Finalmente è arrivato uno dei giorni che più aspettavo del mio viaggio attraverso il Giappone. Sto guidando da più di mezz’ora, lasciandomi la città alle spalle. Secondo la mappa, dovrei raggiungere a breve la mia destinazione. Dopo aver girovagato per qualche minuto tra le case del quartiere, riconosco un complicato carattere kanji su un cancello: è il cognome che ho cercato di memorizzare ieri sera. Il proprietario mi accoglie e mi invita in casa. Passiamo davanti ad un mucchio di bambù tagliati nel giardino. Dietro la casa vedo un piccolo campo da tè privato. Prima di parlare del motivo del nostro incontro, do al mio ospite l’omiyage, un souvenir di viaggio che è quasi un must in Giappone. Tra le altre cose, ho ovviamente portato il nostro matcha dalla Polonia.

Mi siedo sul tatami, senza riuscire a smettere di ammirare tutto ciò che mi circonda in questa casa. Il proprietario mi raggiunge dopo un po’, portando una scatola di biscotti che mangeremo discutendo di ciò che abbiamo pianificato per oggi. C’è anche il tè, ovviamente. Ha un odore così buono che faccio fatica a concentrarmi. Siamo all’inizio di maggio, potrebbe essere fresco, magari del raccolto di quest’anno? Gli chiedo se ha usato il suo tè, quello del campo che ho visto dietro la casa.

– Sono felice che ti piaccia! E ho grandi notizie. Questa tazza di tè è fatta con il matcha che ci hai portato in regalo. Conosci già il suo sapore e volevo vedere se riuscivi a cogliere la differenza. Ora capisci lo scopo del mio lavoro, e non abbiamo ancora iniziato! Siamo seduti nel salotto del signor Jun Tanimura, rappresentante della ventesima generazione della famiglia dei più antichi produttori di chasen del Giappone. Per cinquecento anni hanno gestito il loro negozio nella zona di Takayama, nella prefettura di Nara. È da qui che provengono tutti i chasen intagliati a mano del paese. Sono qui per imparare come vengono creati.


Il chasen 茶筌 è una frusta da tè matcha, realizzato da un singolo pezzo di bambù, che viene usato nella Cerimonia del tè giapponese. Ovviamente, se usi matcha di bassa qualità, il risultato non sarà granché, neanche se lo mescoli con un costoso chasen intaagliato a mano. Oggi imparerò che vale anche il contrario. Puoi usare il migliore e più pregiato tè del Giappone ma senza una frusta di bambù altrettanto eccellente non sarai in grado di estrarre tutta la ricchezza del suo gusto. Un artigiano esperto ha bisogno di circa tre ore per dare vita a un chasen. In un giorno di lavoro, nel laboratorio di Tanimura, si producono circa una trentina di fruste. La richiesta è alta, anche se non lavorano per negozi qualsiasi. Producono chasen solo per le istituzioni associate alla Cerimonia del tè, così come per ordini individuali speciali.

Ci dirigiamo verso il laboratorio, passando di nuovo davanti al mucchio di bambù. Il primo e più importante passo nel processo di fabbricazione del chasen è il materiale – un albero di bambù sano e del diametro adatto. Si possono usare diverse specie, a seconda del tipo di frusta (che, a sua volta, dipende dalla scuola di Cerimonia del tè). I chasen scuri, che oggi sono realizzati in legno colorato, non sono diversi da quelli normali in termini di prezzo e qualità. È interessante notare che una volta erano considerati un prodotto di lusso. Il colore scuro era semplicemente una caratteristica del legno ‘affumicato’ per circa cento anni sopra l’irori, il tradizionale camino interno presente nelle vecchie case giapponesi. Ma lo sviluppo della tecnologia e delle nuove architetture ha ridotto le forniture di questo materiale un tempo creato per caso.

Per ottenere il legno adatto alla fabbricazione dei chasen, gli alberi devono essere tagliati intorno ai tre anni di età. Dopo il taglio vengono cotti a fuoco lento per eliminare lo sporco e l’olio. Poi, verso gennaio e febbraio, vengono sparsi sulle risaie (non utilizzate in questo periodo dell’anno), dove i venti gelidi li induriscono e trasformano il loro colore dal verde naturale al bianco. In seguito, vengono lasciati a maturare per due o tre anni. È così che il legno si asciuga e prende la sua leggera tonalità ambrata.

Anche se servono solamente circa 15 cm di bambù per creare un chasen, da un albero si ricavano solo tre o quattro pezzi adatti. Ciò è dovuto al cruciale posizionamento dei giunti (chiamati nodi) sul culmo. Ma il resto non viene sprecato – infatti il signor Tanimura lo usa per fabbricare altri utensili per la Cerimonia del tè (come il chashaku, il cucchiaio, e l’hishaku, il mestolo per l’acqua), così come i contenitori e le decorazioni in legno.

Il pezzo di bambù preparato per il chasen viene delicatamente levigato nella sua metà superiore con il lato di un coltello. Questa procedura ammorbidisce la superficie e rende il lavoro più facile. Successivamente, viene tagliato verticalmente a metà (solo a livello della parte superiore levigata), poi tagliato in quattro, otto e infine sedici sezioni di 4mm di spessore. Le sezioni sono accuratamente, ma fermamente, piegate verso l’esterno.

In questa fase bisogna separare la pelle dalla polpa di ogni ramo. Il confine tra queste due parti è ben visibile nella foto. La parte interna brillante è la polpa, che è facile da rimuovere una volta separata. Ciò che rimane è la sottile striscia di pelle più scura, che viene finemente tagliata trasversalmente in setole chiamate “ho”. Di solito ce ne sono un centinaio (a seconda del tipo di frusta, da 16 fino a 160). Il bambù è un legno fibroso che si divide facilmente in singoli filamenti, tuttavia questa fase richiede tempo e precisione.

La sezione intagliata viene messa a bagno in acqua calda per renderla più flessibile. Dopo un’ora, le setole (ho) vengono messe sulla matrice di legno e levigate con un coltellino fino a farle diventare molto sottili, soprattutto sulle punte. Poi, usando lo stesso coltellino, l’artigiano le curva leggermente verso l’interno.

Questa è la vera prova di abilità dell’artigiano. Le setole devono essere molto sottili per essere elastiche, ma abbastanza spesse per rimanere forti. La dimensione delle setole è determinata dall’intuito dell’artigiano, dai numerosi anni di pratica e dall’esperienza trasmessa di generazione in generazione.


I lati di ogni setola (ho) vengono arrotondati per evitare che la finissima polvere di tè si attacchi ai loro bordi taglienti. Il processo di produzione sta lentamente giungendo al termine. Manca solo il cordoncino. Dividerà le setole a metà, creando una fila esterna e una interna. Le setole esterne vengono intagliate per dare la forma finale al chasen. Le setole (ho) interne vengono afferrate e attorcigliate a mano per creare una cuspide che, con il tempo e l’uso, si aprirà come un fiore. Il chasen è pronto, è ora di scaldare l’acqua per il tè.

Per comprendere al meglio l’intero processo, vi invitiamo a guardare questo filmato del workshop di Tanimura.
Chiedo informazioni sulla durata della vita di un chasen, ma la risposta del signor Tanimura è vaga. Ci sono numerose teorie; una volta ho sentito parlare di un uomo che usa ogni chasen solo tre volte. Mi è parso assurdo e a quanto pare non ho tutti i torti. L’esperto seduto accanto a me dice che nelle sue mani ogni chasen funziona perfettamente per circa sei mesi di uso quotidiano. – Ma non c’è una regola – aggiunge. – Bisogna semplicemente constatarne le condizioni e smettere di utilizzarlo quando non dà più risultati soddisfacenti.
Oggi la tua tazza di matcha emulsionata a mano avrà un sapore migliore, vero?

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